Luciano Marziano - 2007


Simona Weller

Quello del mare è tema ricorrente nel percorso artistico di Simona Weller. I colori cangianti, la predominanza dell’azzurro, il baluginare luminoso, il rabbrividire delle onde rimandano a forme archetipe. Al di là della “bellezza” del movimento, del rincorrersi delle onde, Simona ricerca le strutture di permanenza pur in presenza dell’elemento liquido derivante dall’incessante mutare dell’acqua.

L’artista ne coglie le linee di forza e le fissa in una serie di tele che si costituiscono come fotogrammi di uno sterminato fenomeno naturale. Ognuno di questi fotogrammi è concluso in sé perché l’ispirazione originaria dell’instabilità marina assunta nella dimensione della tela, dà luogo a sequenze di tasselli cromatici che si rincorrono, si compenetrano fino a pervenire a quel luogo germinante che è la tela grezza del supporto funzionante da elemento concettuale che, messa a nudo, è virtualmente disponibile all’avventura del colore. La collocazione strategica delle zone a vista della juta ne fa momenti nodali di transito.

Negli ultimi dipinti di Simona traspira come un intenzione di circolarità, una sorta di definizione confinaria al flusso dell’infinitezza che caratterizza i quadri precedenti specialmente quelli innestati nei segni della scrittura. In un processo quasi di ripensamenti e di nuovi riflessioni, tali zone possono assumere connotazioni metaforiche di un’opera aperta ancora a impensate anche se attese possibilità. In questo percorso segnaletico, rilevanza assume il pointillismo di ascendenza divisionista presente in alcuni quadri. Esso, ricollegandosi ad altro presente in opere di periodi precedenti, vuole porsi come indizio della continuità di un’operare che, peraltro, per lo splendore di un cantante colore assunto spesso nei toni primari, si collega alla tradizione della grande pittura moderna. Non è un caso che uno dei cicli pittorici della Weller è dedicato a Van Gogh nella confidenziale formulazione epistolare.

Tarquinia, Ottobre 2007